È stato appena pubblicato lo studio TRAVERSE randomizzato che ha valutato il confronto tra terapia sostitutiva con testosterone e placebo nel verificarsi di eventi cardiaci avversi i uomini con ipogonadismo. Lo studio ha avuto come obiettivo primario di valutare l’insorgenza a 33 mesi di qualsiasi evento cardiovascolare fatale o meno negli uomini in terapia sostitutiva con testosterone. Ebbene infarti e ictus si sono verificati nel 7% dei pazienti nel gruppo che assumeva il testosterone nel 7,3% di quelli assegnati al gruppo che assumeva placebo.
Buone notizie quindi anche se la terapia sostitutiva ha mostrato un piccolo aumento del rischio di fibrillazione atriale (3,5% rispetto al 2,4% del placebo) e danno renale acuto (2,3% verso 1,5%).
I risultati, pubblicati sul New England Journal of medicine hanno quindi rassicurato le migliaia di uomini a cui viene prescritta una terapia sostitutiva a base di testosterone per migliorare la funzione sessuale, aumentare la densità minerale ossea, migliorare l’anemia e tenere sotto controllo alcuni sintomi depressivi.
La necessità della ricerca derivava dal fatto che la carenza di testosterone con i problemi associati non è una condizione pericolosa per la vita e quindi era necessario valutare che non presentasse rischi cardiovascolari. Questo studio, quindi, stabilisce che il trattamento con testosterone è sicuro e permette sia ai clinici che ai pazienti di prendere decisioni informate e consapevoli, specialmente nei gli uomini anziani.
Lo studio inoltre rovescia il pregiudizio, durato oltre 10 anni, che la terapia con testosterone possa aumentare i rischi di ictus e infarto. Rimane invece una piccola percentuale di rischio a rispetto all’aritmia cardiaca e alla fibrillazione atriale, entrambe note come fattori di rischio dell’ictus.
Mentre rimane la necessità di somministrare la terapia sostitutiva con cautela negli uomini con alto rischio di coaguli di sangue, che potrebbero raggiungere i polmoni determinando un’embolia. Altre ricerche avevano già rassicurato sulla mancanza di correlazione tra utilizzo di testosterone e aumento del rischio di cancro alla prostata anche se gli specialisti consigliano di sottoporsi regolarmente ai test che rilevano i livelli di antigene prostatico nel sangue.
Lo studio TRAVERSE ha Arruolato 5246 uomini di età compresa tra i 45 e 80 anni con una condizione precedente cardiovascolare o con un rischio aumentato con sintomi di ipogonadismo e livelli di testosterone a digiuno inferiori a 300 nanogrammi/dl. Nonostante il 50% dei pazienti arruolati avesse una malattia cardiovascolare preesistente, la terapia non ha aumentato il numero di eventi acuti.