L’esercizio fisico intenso potrebbe aiutare gli uomini sotto ‘sorveglianza attiva’ per tumore della prostata, ossia non trattati chirurgicamente, non solo a migliorare la condizione cardiopolmonare, ma anche a controllare la progressione di malattia. 

Si tratta di un’ipotesi interessante anche se dovrà essere confermata da ulteriori ricerche. A presentarla un gruppo di ricercatori canadesi in un articolo apparso sul Journal of the American Medical Oncology, JAMA con il titolo Effects of Exercise on Cardiorespiratory Fitness and Biochemical Progression in Men With Localized Prostate Cancer Under Active Surveillance The ERASE Randomized Clinical Trial, JAMA, 2021.

La ricerca ha indagato l’effetto di un programma di esercizio fisico su uomini con un tumore della prostata localizzato e sottoposti a programmi di  sorveglianza attiva. Lo studio, chiamato Exercise During Active Surveillance for Prostate Cancer (ERASE), è stato condotto presso l’ospedale universitario di Alberta, in Canada, e ha coinvolto uomini adulti con una diagnosi di tumore prostatico localizzato e a rischio medio-basso. Questi pazienti erano tutti inclusi in programmi che prevedono controlli periodici che monitorano la progressione del tumore. Sono stati quindi selezionati  52 pazienti suddivisi a caso in due gruppi: uno che ha proseguito il normale programma di controlli e le usuali abitudini in termini di esercizio fisico, l’altro che ha accettato di partecipare ad un programma di allenamento HIIT (high-intensity interval training), con sforzi ad alta intensità intervallati da brevi interruzioni. Un programma da tre sessioni settimanali per un periodo di 12 settimane, utilizzando un tapis roulant e arrivando all’85-95 per cento del consumo di ossigeno.

 Alla fine dello studio, nel gruppo che aveva partecipato al programma di allenamento intensivo sono stati misurati alcuni parametri con risultati incoraggianti. Migliorati la capacità aerobica, e ridotti due parametri biochimici del tumore prostatico, il PSA e la PSA velocity, indici del rischio di progressione della malattia. Nessuna differenza significativa è stata osservata sui livelli di testosterone e il tempo di raddoppio del PSA.

Diverse ricerche avevano già dimostrato i benefici dell’esercizio fisico per i pazienti durante e dopo le cure  per il carcinoma della prostata con effetti benefici sulla funzionalità cardiorespiratoria, diminuzione della fatigue e miglioramenti della qualità della vita. 

Mentre non era ancora stata indagata la popolazione maschile che segue programmi di sorveglianza attiva, o vigile attesa, strategia che evita interventi chirurgici non necessari in quanto il tumore rimane costante nelle dimensioni e localizzato. La ricerca ha evidenziato quindi che il movimento, purché  intenso, anche in soli tre mesi migliora i parametri cardiorespiratori e quelli biochimici legati alla salute della prostata. Altri studi dovranno invece verificare la durata di questi effetti benefici.

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