Lo scorso 28 Settembre Motore Sanità ha organizzato un evento per fare il punto sullo stato dell’ipertrofia prostatica benigna in Italia e sulle terapie disponibili.
“I rappresentanti dei pazienti auspicano che il nuovo governo e il Ministro della Salute prendano a cuore anche le problematiche del cancro alla vescica e dell’Iperplasia Prostatica Benigna. Queste patologie sono fortemente invalidanti e pertanto le Istituzioni dovrebbero farsene carico. L’associazione FINCOPP – Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico chiederà audizione al prossimo Presidente del Consiglio e Ministro della Salute per sensibilizzarli su questo argomento”. È con questo messaggio politicamente rilevante che esordisce Francesco Diomede, Presidente FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), nel corso dell’evento “Lo stato dell’IPB in Italia e le terapie innovative disponibili” organizzato da Motore Sanità.
“Stando a quella che è la mia esperienza come urologo – afferma il il prof. Salvatore Sansalone, urologo e docente all’Università di Tor Vergata – la tecnica REZUM si è ormai affermata come uno dei trattamenti di elezione per queste problematiche.
REZUM prevede l’utilizzo di un getto di vapore acqueo che distrugge le cellule prostatiche in eccesso lasciando integri i tessuti circostanti utilizza l’energia a radiofrequenza per convertire l’acqua sterile in vapore, che viene iniettato per via transuretrale nel tessuto prostatico con un piccolo ago.
Ogni getto di vapore dura in media 9 secondi e il tempo medio totale della procedura è di 2–4 minuti che possono arrivare a 8-10 a seconda delle dimensioni della ghiandola. Il limite delle dimensioni della prostata da trattare è di 80 gr, tuttavia, alcuni autori hanno riportato risultati promettenti con ghiandole più grandi. La scelta è appannaggio dello specialista.
Il paziente riceve una lieve sedazione e una anestesia locale che gli permette di tornare a casa nello stesso giorno della procedura senza conseguenze di rilievo e senza dolore. Rispetto alla tradizionale TURP, sigla che indica la ‘resezione prostatica trans-uretrale’ i vantaggi sono notevoli, tra tutti la totale assenza di sanguinamento, la dimissione immediata rispetto ai tre giorni di ricovero necessari per il vecchio intervento”.
Uno studio multicentrico randomizzato controllato (RCT) apparso su Urology, con un periodo di follow-up di 5 anni comprendente 197 soggetti con ipertrofia prostatica benigna sintomatica hanno apprezzato miglioramenti significativi.
Gli eventi avversi correlati più comuni includevano: dolore durante la minzione (18,1%), sangue nelle urine (11,7%), frequenza urinaria (5,9%), ritenzione (5,9%) e urgenza nella minzione (4,8%), tutti reversibili dopo pochi giorni. Secondo gli studi il trattamento chirurgico a 5 anni è del 4,4% e il tasso di ritrattamento medico è solo dell’11,1%.
Di ingrossamento della prostata soffrono 6 milioni di italiani con più di 50 anni e il 50% dei maschi con quelli tra 51 e 60 anni che schizzano al 70% degli over 61. Mentre quelli che hanno spento 80 anni nel 90% avranno a che fare con il problema (dati Federanziani).