In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime relative all’anno 2020 parlano di 36.074 nuovi casi l’anno a livello nazionale.
Un gruppo di scienziati americani hascoperto che cinque batteri sono collegati a una più rapida progressione verso il cancro alla prostata aggressivo.
La caratterizzazione della comunità batterica ha portato all’identificazione di quattro nuovi batteri (Porphyromonas sp. nov., Varibaculum sp. nov., Peptoniphilus sp. nov. e Fenollaria sp. nov.) frequentemente presenti nelle urine dei pazienti e alla definizione di un sottogruppo di pazienti associato allo sviluppo di metastasi.
La ricerca (https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2588931122000566?via%3Dihub) mostra che il materiale secreto dalla ghiandola prostatica compare nelle urine. I biomarcatori urinari hanno anche un forte potenziale prognostico per identificare il cancro alla prostata aggressivo.
“Abbiamo identificato un gruppo di cinque generi batterici collegati al cancro alla prostata di alto grado e a una più rapida progressione verso un cancro aggressivo”, ha dichiarato all’MNT la dottoressa Rachel Hurst, ricercatrice senior presso l’Università dell’East Anglia e uno degli autori dello studio.
Per poter utilizzare questi risultati a livello clinico, sarano necessarie ulteriori ricerche su popolazioni più diverse.