L’eiaculazione precoce (EP) è la disfunzione sessuale maschile più diffusa ed anche quella più sottodiagnosticata poichè viene spesso erroneamente considerata dai pazienti un sintomo puramente psicosessuologico, portandoli ad un atteggiamento di rassegnazione e di evitamento a ricorrere all’aiuto di esperti.

Iniziamo a sfatare qualche falso mito:

Anzitutto, l’eiaculazione precoce è di solito divisa in primaria e secondaria.

L’eiaculazione precoce primaria è quella che si verifica dal primo rapporto sessuale. È quindi più comune nell’adolescenza. La causa principale di questo tipo di eiaculazione precoce è la pratica inappropriata della masturbazione al fine di raggiungere l’orgasmo il più rapidamente possibile.

L’eiaculazione precoce secondaria si verifica quando gli uomini che hanno avuto il controllo della loro eiaculazione per un periodo di tempo perdono quel controllo. Ci sono vari gradi di eiaculazione precoce secondaria, determinati principalmente da quanto tempo dura il problema.

È errato considerare l’EP esclusivamente di origine psicologica. Questo disturbo può essere ricondotto a molteplici cause, anche di natura prettamente organica. È questo il caso di processi infiammatori quali la prostatite o la vescicolite, che sono rispettivamente l’infiammazione della prostata e delle vescicole seminali. Anche avere un glande ipersensibile può determinare questo problema. Questa condizione si verifica per esempio quando il soggetto presenta un frenulo troppo corto. Dunque eiaculare precocemente può essere sintomo di problematiche di natura fisica.

Non ne soffrono solo i giovani alle prime armi: la gran maggioranza di persone che soffre di eiaculazione precoce ha un’età compresa tra i 31 e i 40 anni.

Non è vero che l’EP sia un disturbo più diffuso nei rapporti occasionali: il 76% delle persone che soffrono di eiaculazione precoce vive una relazione stabile

La patologia dell’eiaculazione – come tutte le disfunzioni sessuali – è da considerarsi sintomo, piuttosto che disfunzione, e come tale, necessita di una diagnosi integrata che parta dalle condizioni fisiche del paziente per estendersi agli aspetti sia intra-psichici che relazionali.

Un esame obiettivo permette di valutare l’integrità dell’apparato sessuale (ad esempio frenulo corto o parafimosi), ma anche di sospettare la presenza di potenziali cause organiche, come sintomi di ipertiroidismo (tremore, magrezza, agitazione, tachicardia), di prostatiti o di altre malattie croniche. È importante in questa fase escludere la presenza concomitante di altre disfunzioni sessuali, in particolare della disfunzione erettile.

Esami di laboratorio e altri accertamenti dovrebbero essere richiesti sulla base di elementi precisi emersi dalla storia clinica o dall’esame obiettivo, e non sempre da eseguire di routine.

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