Uno studio (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35943723/) annunciato questo mese sul Journal of Endocrinological Investigation ha confermato che l’infezione da Covid-19 può danneggiare la qualità degli spermatozoi e ridurre la fertilità maschile, anche se in maniera transitoria. 

Mentre l’infezione da SARS-CoV-2 sembra non essere clinicamente evidente nei testicoli, gli effetti infiammatori indiretti e la febbre possono compromettere la funzione testicolare e la capacità di procreare. 

Ad oggi, sono stati pubblicati pochi dati a lungo termine sulla compromissione dei parametri dello sperma dopo il recupero e la valutazione andrologica completa dei pazienti guariti. 

Il campione osservato dallo studio si riferisce ad 80 pazienti reclutati tre mesi dopo il recupero da COVID-19. Hanno eseguito esami fisici, ecografia testicolare, analisi del seme, valutazione dell’integrità del DNA spermatico (TUNEL), test degli anticorpi anti-sperma (ASA), valutazione del profilo ormonale sessuale (testosterone totale, LH, FSH). Inoltre, a tutti i pazienti è stato somministrato il questionario International Index of Erectile Function (IIEF-15). I parametri spermatici sono stati confrontati con due gruppi di controllo sani pre-COVID-19 di normozoospermici (CTR1) e primari infertili (CTR2).

Il Prof. Salvatore Sansalone era già entrato nel merito della questione esprimendo il suo parere in questo video relativo alla prima fase della pandemia (maggio 2020): https://youtu.be/15X62yns2gQ

Un falso mito da sfatare è che il vaccino contro il Covid possa causare alterazioni della fertilità (https://salvatoresansalone.com/2022/05/02/il-vaccino-contro-il-covid-19-peggiora-la-fertilita/): lo stesso ministero della Salute e l’Organizzazione mondiale della sanità sottolineano che non vi sono al momento evidenze e correlazioni fra il vaccino a mRNA e l’insorgenza di infertilità negli uomini. 

L’unico rischio – come abbiamo visto – può arrivare dal contagio: pertanto i giovani colpiti da Covid, anche se asintomatici, una volta guariti dovrebbero sottoporsi ad una visita specialistica dall’urologo.

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