Lo stile di vita delle coppie è cambiato radicalmente negli ultimi anni: l’età media delle coppie che cercano una gravidanza è in continuo aumento ma, se l’età della donna è stata a lungo riconosciuta come un fattore di rischio per esiti riproduttivi, sono ancora pochi gli studi che indagano l’impatto dell’età paterna sulle possibilità di concepimento, specie in relazione all’età della donna.

A oggi, la letteratura evidenzia un effetto dell’età sulla qualità dello sperma: volume e motilità diminuiscono, mentre aumenta la frammentazione del DNA spermatico.  Diversamente, l’impatto dell’età sulla concentrazione degli spermatozoi è ancora controverso. Inoltre, non è ancora stato chiarito se l’assenza di malattie croniche o l’assenza di fattori di stile di vita negativi possano rallentare il declino della qualità dello sperma. 

Per quanto riguarda l’impatto dell’età maschile sull’esito dei trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita, gli studi effettuati fino ad oggi sono spesso di difficile interpretazione in quanto non tengono parallelamente conto dell’impatto dell’età femminile.

Lo studio condotto in collaborazione con l’Università di Barcellona: età, stili di vita e qualità dello sperma

Lo studio retrospettivo era mirato a valutare l’impatto dell’età maschile sulle caratteristiche del liquido spermatico e la sua incidenza sui tassi di successo nella fecondazione, impianto e bambini nati vivi nelle coppie che si sono sottoposte ai trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita. 

“Lo studio si è basato sui dati di 5.565 pazienti maschi del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi – raccolti dal 2015 al 2020 – suddivisi in cinque gruppi in base all’età – gruppo A (da 25 anni a 34 anni), gruppo B (da 35 anni a 39 anni), gruppo C (da 40 anni a 44 anni) e gruppo D (più di 45 anni) – e ha preso in considerazione tre parametri di qualità del liquido seminale: volume dell’eiaculato, concentrazione di spermatozoi e motilità progressiva.” spiega la dottoressa Mariabeatrice Dal Canto. L’effetto dell’età paterna è stato valutato anche su pazienti sani – senza problemi di diabete, malattie cardiache, coagulopatie, neoplasie genitali, disturbi andrologici, fibrosi cistica e microdelezioni del cromosoma Y – e con uno stile di vita favorevole, ossia niente fumo, droghe e assunzione di alcol.

“Abbiamo anche analizzato come uno stile di vita favorevole e l’assenza di patologie siano associati a una maggiore qualità del liquido seminale: volume, concentrazione, numerosità e motilità erano associati a condizioni di salute e stile di vita favorevoli. In entrambe le popolazioni, abbiamo osservato una significativa riduzione della motilità e del volume dell’eiaculazione con l’avanzare dell’età paterna e non abbiamo invece riscontrato alcuna riduzione significativa della concentrazione di spermatozoi”. 

I dati indicano un impatto dell’età paterna solo se correlato all’età materna avanzata: i tassi di impianto e di bambini nati vivi sono stati influenzati in modo significativo dall’età paterna solo nelle coppie in cui età paterna e materna elevate sono associate.

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