La malattia di Peyronie è caratterizzata dalla formazione di una placca non elastica, fibrosa, prevalentemente composta da collagene sulla tunica albuginea, la guaina fibrosa che circonda i corpi cavernosi del pene. E’ una placca di tessuto cicatriziale che altera la forma del pene durante l’erezione che appare curvo, accorciato o di forma a clessidra. In Italia interessa circa il 4% dei maschi over 50 anche se il dato sembra fortemente sottostimato a causa della reticenza maschile a parlare della propria sfera intima anche con il medico.
Nei 450 anni dalla sua scoperta da parte del francese Francois De La Peyronie, sono stati tentati moltissimi trattamenti per risolvere la condizione, alcuni cruenti e drammatici, sino alla chirurgia.
Tra le cause i traumi meccanici e uno stato infiammatorio, ma anche disordini autoimmuni come la sclerodermia, una storia familiare, diabete e una attività sessuale troppo vigorosa. In particolare un recente studio apparso su American Journal of Medicine ha indagato il ruolo del testosterone come marker infiammatorio capace di favorire un processo di fibrosi.