Più duro, più eretto, più a lungo sono i desideri maschili quando si parla di erezione. Il problema è come gli uomini tentano di ottenere questo risultato. In alcuni casi gli esperimenti sono non solo fantasiosi ma estremamente rischiosi, tanto da portare ad un ricovero di urgenza al pronto soccorso. E’ il caso del priapismo di origine ischemica che avviene quando ci si iniettano nel pene e nel glande sostanze di vario tipo. Sì chiamano iniezioni intracavernose ad ‘uso ricreazionale’. Pericolose, ad altissimo rischio. Primo perché le sostanze iniettate non sono solo farmaci come gli inibitori della fosfodiesterasi, ma olii, alcol, vaselina, cocaina, secondo perché il trattamento per risolvere la situazione è complesso e doloroso. Il trattamento del priapismo ischemico infatti prevede il drenaggio del sangue dal pene insieme all’iniezione di farmaci direttamente nel pene. Qualora questi rimedi non risultassero efficaci può essere necessario un intervento chirurgico per favorire il deflusso del sangue. Terzo perché iniettare sostanze nei corpi cavernosi del pene può determinare danni a lungo termine. La pratica in alcuni casi è un tentativo fai-da-te di affrontare una disfunzione erettile, che con l’aiuto di un andrologo ha opzioni sicure e ad alto tasso di successo.
Il priapismo è una condizione in cui il pene resta involontariamente in erezione per un periodo di tempo superiore alle 4 ore. Più comune nei ragazzi fra i 5 e i 10 anni e negli adulti tra i 20 e i 50 anni, in genere è associato a dolore e ma non ad eccitamento.
Ne esistono due tipi. Il più comune, detto priapismo ischemico, è associato all’incapacità del sangue di defluire dal pene, che appare rigido. Il priapismo non ischemico è invece dovuto a un flusso eccessivo di sangue nel pene, che rimane eretto ma non rigido.
Il priapismo può essere associato a condizioni patologiche come anemia falciforme, leucemia, assunzione di alcuni farmaci (come antidepressivi, farmaci contro le psicosi o contro la disfunzione erettile e anticoagulanti), assunzione di alcol o droghe, traumi o avvelenamento causato dal veleno di animali. Le cause però non sono sempre identificabili con certezza, in rari casi avviene a seguito dell’iniezione volontaria di sostanze estranee da parte del soggetto.