Quando non si parla di un fenomeno ci si dimentica che esiste e negli ultimi mesi di casi di pedofilia si è parlato poco sui media.
Eppure “durante la pandemia i cyber reati sono esplosi. Per quanto riguarda in particolare i bambini, dal 2019 al 2020, sono aumentati del 77% i reati che hanno visto una vittimizzazione dei minori. I casi di pedopornografia hanno avuto un incremento del 132%“. Lo ha detto Nunzia Ciardi, dirigente superiore della Polizia di Stato e direttore del servizio Polizia postale e comunicazioni, nel corso del webinar di presentazione del Report 2020 su pedofilia e pedopornografia realizzato dall’Associazione Meter Onlus, fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto. È chiaro che la pandemia non ha fermato i pedofili, anzi.
Un disturbo odioso, forse per questo poco portato alla ribalta, mentre le forze dell’ordine continuano a perseguire i pedofili che non possono essere però trattati come criminali comuni ma curati.
Ecco allora che uno studio del Karolinska Institutet pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry ha analizzato un farmaco che abbassa i livelli dell’ormone maschile testosterone nel corpo riducendo il rischio che uomini con disturbo pedofilo abusino sessualmente di bambini.
I ricercatori del Karolinska Institutet e dell’Università di Göteborg in Svezia hanno valutato l’effetto di un farmaco chiamato degarelix, approvato per il trattamento del cancro alla prostata. Il farmaco agisce spegnendo la produzione di testosterone, riducendo nel giro di poche ore i livelli dell’ormone nel corpo, e viene somministrato per iniezione ogni tre mesi.
Lo studio in doppio cieco ha incluso 52 uomini con disturbo pedofilo in Svezia, che sono stati assegnati in modo casuale a un degarelix o un gruppo placebo. Il trattamento con degarelix ha dimostrato di smorzare due fattori di rischio critici per commettere abusi: alto desiderio sessuale e attrazione sessuale per i bambini. Gli effetti sono stati evidenti entro due settimane. Gli uomini hanno descritto effetti positivi sulla loro sessualità: hanno riferito di aver provato una calma interiore, che i pensieri sul sesso non erano più dominanti e che hanno perso il loro interesse sessuale per i bambini. La maggioranza voleva continuare a prendere il farmaco dopo la fine dello studio.
Questo studio è un passo importante verso un trattamento basato sull’evidenza per il disturbo pedofilo. Prossimo step sarà un nuovo studio per testare gli effetti a lungo termine del farmaco e confrontarli con la psicoterapia.
Fonte: Landgren, V., et al. (2020) Effect of Gonadotropin-Releasing Hormone Antagonist on Risk of Committing Child Sexual Abuse in Men With Pedophilic Disorder. JAMA Psychiatry. doi.org/10.1001/jamapsychiatry.2020.0440.