La terapia di deprivazione androgenica rimane la spina dorsale del trattamento sistemico per il cancro alla prostata avanzato. Sono disponibili molti agenti farmacologici per la deprivazione androgenica, differenziati per meccanismo d’azione, durata dell’effetto e via di somministrazione (orale, sottocutanea, intramuscolare, impiantabile, transdermica e intranasale). Oltre alla castrazione chirurgica, l’estrogeno orale è stata una delle prime terapie endocrine sviluppate per il trattamento del cancro alla prostata, ma dopo che è stato segnalato un aumento del rischio di eventi cardiovascolari tromboembolici, 1a terapia a base di estrogeno orale è stata progressivamente abbandonata. La deprivazione androgenica si ottiene più frequentemente con agonisti o antagonisti dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH), ma i potenziali effetti collaterali di questi farmaci includono vampate di calore, affaticamento, disfunzione sessuale, diminuzione della densità minerale ossea, perdita di massa muscolare, aumento dellla massa grassa, ridotta sensibilità all’insulina e e rischio di eventi cardiovascolari. Gli agonisti dell’LHRH (LHRHa) e antagonisti dell’LHRH riducono le concentrazioni di estrogeni negli uomini, perché il testosterone viene convertito in estrogeni attraverso l’azione dell’enzima aromatasi. L’estrogeno somministrato dall’esterno e non prodotto dall’organismo, che sopprime la produzione di testosterone attraverso un ciclo di feedback negativo sull’ipotalamo e sulla ghiandola pituitaria, potrebbe ridurre il rischio di complicanze della terapia di deprivazione androgenica attribuibili a bassi livelli di estrogeni, come l’osteoporosi e le vampate di calore, e alcuni effetti collaterali metabolici , come aumento del colesterolo e del glucosio. Ecco perché si sta studiando un metodo di somministrazione attraverso la cute, che dovrebbe avere gli stessi effetti terapeutici limitando quelli collaterali.
