Che terapie e interventi per i tumori maschili come prostata, testicolo e vescica influissero negativamente sulla funzione sessuale era noto. Un recente studio però ha allargato l’orizzonte a comprendere le implicazioni dei tumori del colon retto, molto diffusi. Colpiscono infatti secondo i dati del Ministero della Salute la terza causa di neoplasia nell’uomo (il 14% dei casi, e la seconda nelle donne con il 12%).
La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è maggiormente diffusa in età compresa fra i 60 e i 75 anni, con poche differenze fra uomini e donne. In Italia si stima che questo tumore colpisca circa 55.000 individui ogni anno. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento delle diagnosi di tumori del colon–retto, ma anche a una contemporanea diminuzione della mortalità, attribuibile principalmente ai programmi di screening, alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie, sempre più mirate e personalizzate.
Al momento della diagnosi il paziente è ovviamente concentrato sui trattamenti per guarire, ma non bisogna dimenticare uhna consulenza schietta sui possibili effetti secondari delle terapie. Aspetti legati anche alla qualità di vita che non possono essere trascurati e che interessano migliaia di uomini grazie agli elevati tassi di successo delle cure e di sopravvivenza.
Una ricerca danese quindi ha voluto determinare la conoscenza dei problemi erettili dopo la chirurgia del cancro del colon-retto e valutare i tassi di disfunzione erettile a lungo termine nei sopravvissuti.
I volontatri sono stati chiamati a compilare un questionario che comprendeva l’International Index of Erectile Function (IIEF) per valutare la presenza e l’eventuale grado di disfunzione erettile (DE) come grave, moderata, lieve. I pazienti sono stati divisi in gruppi a seconda del tipo di intervento chirurgico subito per la resezione del tumore (colon, rettale o locale) e stratificati per altri parametri come la presenza di stomia, radioterapia prima dell’intervento, età ecc. Degli oltre 4300 che hanno risposto, il punteggio che misurava la funzionalità erettiva era più basso quando era stata eseguita la resezione rettale, inoltre la stomia e la radioterapia pre-operatoria si sono dimostrati fattori di rischio indipendenti per la disfunzione erettile.
Sia durante che al termine delle terapie oncologiche è quindi opportuno avviare questi pazienti ad una consulenza andrologica per recuperare la funzione erettile e restituire quando possibile una salute sessuale fondamentale nella qualità di vita dei pazienti.