Fattori psicologici, ormonali, neuronali, vascolari, sono alla base di quella disfunzione erettile che affligge da 3 a 5 milioni di uomini italiani a partire da 50 anni.
A questi da oggi se ne aggiunge uno nuovo, annidato nella profondità del nostro patrimonio genetico.
Non migliora la situazione la presenza di condizioni come obesità, diabete, ipertrofia prostatica e tabagismo.
I ricercatori della kaiser permanente di alcune università americane hanno identificato una variante genetica che potrebbe rendere conto di alcuni casi di disfunzione erettile.
Si trova sul cromosoma 6 ed è legata ad un gene chiamato SIM1 che ha a che fare con il sistema di ormoni che lega leptina e melanocortina.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato un database inglese di dati di oltre 36 mila uomini dei quali sono stati estrapolati i dati genetici.
Quest’ultima già indagata speciale in uno studio sui gemelli che avevano trovato un suo coinvolgimento in un terzo dei soggetti con deficit erettivi.
Ora ci si chiede se tale scoperta permetterà di mettere a punto terapie più efficaci e non solo ‘sintomatiche’ come i comuni farmaci utilizzati per consentire rapporti soddisfacenti.