Sì chiama TULSA, acronimo di Transurethral Ultrasound Ablation ed è una tecnica eseguita sotto guida di una risonanza che elimina le cellule malate grazie a ultrasuoni che scaldano e distruggono il tumore senza danneggiare i tessuti sani.
Gli ultrasuoni sono controllati da un algoritmo che decide area, direzione e intensità con cui colpire la massa.
La nuova tecnica, da poco approvata negli Stati Uniti e in Europa ha mostrato di eliminare il carcinoma prostatico “clinicamente significativo” nell’80% dei soggetti in uno studio in cui sono trattati 115 uomini con un outcome stabile nel 65% ad un anno. Gli uomini non mostravano alcuna evidenza di cancro e il PSA (l’antigene prostatico i cui livelli funzionano da indicatore) risultava ridotto del 95%.
Nella ricerca l’età media dei partecipanti arruolati era del 65%: un anno dopo la procedura solo l’1% mostrava segni di incontinenza e il 96% mostrava una riduzione dei livelli di PSA.
TULSA è una procedura ambulatoriale di circa un’ora che permette una ablazione precisa dei tessuti malati preservando la funzione di continenza urinaria e quella sessuale, spesso compromesse con gli interventi tradizionali.