Il ciclismo è uno degli sport maggiormente praticati nel nostro paese a tutti i livelli:
permette una attività di tipo aerobico all’aria aperta adatta a tutte le età. La bici quindi è molto amata ma per i maschi la forma del sellino, le lunghe ore trascorse a bordo e la posizione degli organi riproduttivi può rappresentare una insidia.

Eppure un recente studio condotto alla University of California-San Francisco (Stati Uniti) e pubblicato su The Journal of Urology, ha indicato risultati diversi da quelli di altri studi non associando il ciclismo a disfunzioni sessuali: nessun aumento del rischio per difunzione erettile o stenosi uretrale per gli amanti delle due ruote.

Per molto tempo si è pensato che la pressione esercitata dal sellino sul perineo potesse essere un fattore di stress per nervi e vasi sanguigni, contribuendo ad aumentare il rischio di difficoltà di erezione. Una correlazione indicata dallo studio 2001 che aveva analizzato i dati del Massachusetts Male Aging Study concludendo che il rischio aumentava per quelli che pedalavano almeno tre ore a settimana. Una revisione del 2015 della ricerca condotta fino ad allora, pubblicata su Urology, aveva sottolineato la necessità di ulteriori lavori per determinare se il ciclismo potesse essere considerato un fattore di rischio indipendente dell’impotenza. Per i suoi autori non c’erano prove sufficienti per concludere circa un rapporto causa-effetto tra questi due elementi.

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